3.4.10

FASHION STAKE. CROWD SOURCING



In arrivo il sito della start up americana "Fashion Stake", che punta a sconvolgere il mondo della moda. "Fashion Stake" permetterà ai suoi utenti di incontrare direttamente gli stilisti navigando tra le collezioni on line, comprandone delle quote in cambio di crediti per acquistare vestiti. I visitatori potranno anche condividere le loro idee con gli stessi designer. Il modello - ispirato alle strutture dei social network come Facebook o Twitter - attinge ad un modello di business che prende sempre più piede che è quello del crowd sourcing, dove le imprese si rivolgono direttamente ai clienti per i contenuti, i finanziamenti e la distribuzione. Secondo Daniel Gulati (amministratore delegato della società e studente alla Business School di Harvard), i redditizi mercati della creatività si stanno allontanando da un modello verticale, dove i dirigenti decidono cosa il pubblico debba consumare. Ha dichiarato: «Crediamo che questo possa essere un vero ribaltamento. Quello che facciamo di fondo è reindirizzare il profitto agli appassionati, tagliando completamente fuori la vendita al detttaglio». I sostenitori del crowd sourcing sostengono che il modello offra un'alternativa più economica e flessibile, evitando agli artisti di dover passare dalle grandi società. Althea Harper - stilista di New York - sostiene che questo nuovo modello potrebbe aiutarla a trovare finanziamenti, ultimamente ridotti dalla crisi, e a raggiungere gli acquirenti senza passare per la distribuzione. E afferma: «Non é facile convincere i venditori a fidarsi di te come nuovo designer; li ho visti accettare linee orribili dalla case più note solo per la loro reputazione». http://www.reuters.com/article/idUSTRE6303LR20100401?type=technologyNews

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